A CASCINA  ARZILLA, SIMBOLO DI LEGALITA'

L’ultima, attesa tappa del Progetto Legalità 2024-25 dell'IS Denina-Pellico-Rivoira è stata la visita a cascina Arzilla, una proprietà confiscata alla mafia nel 1996, che si trova nelle campagne di Volvera (To). Il 24 marzo le classi 3L e 3C, accompagnate dagli insegnanti Antonio Comerci, Patrizia Isnardi e Gabriella Mitidieri, sono stati ospitati dai volontari delle associazioni Acmos e Libera (Chiara Sacchetto e Andrea Zummo). L’edificio, il primo confiscato ad una famiglia della 'ndrangheta in Piemonte, era un tempo una cartiera, poi ha subito un lungo periodo di decadenza in cui era utilizzato come magazzino di transito per armi e droga; ridotto a un rudere senza il tetto, nel 2004 è stato assegnato dal comune ai volontari che l'hanno ristrutturato con grande impegno, viste le pessime condizioni di partenza. Oggi luogo di incontro, formazione, riflessione, produzione ortofrutticola e momenti di festa, è dedicato a due giovani vittime innocenti, Rita Atria (che a 17 anni diventò testimone di giustizia e dopo l'attentato a Paolo Borsellino si suicidò per la disperazione e la solitudine nel 1992) e Antonio Landieri (un ragazzo venticinquenne di Scampia colpito a morte durante un'azione dimostrativa della camorra nel 2004). Qui si è concluso il lavoro di riflessione dei ragazzi del Denina sul caporalato. In cascina è ospitata una mostra su alcune vittime di mafia e di sfruttamento sul lavoro. A gruppi, i ragazzi hanno approfondito i concetti di cui avevano parlato nei mesi precedenti, hanno svolto un gioco di ruolo in cui fingevano di essere persone umiliate e sfruttate dai caporali e, guardando al futuro, hanno proposto la realizzazione di un prodotto finale (una canzone, un video, ….) da diffondere tra i loro coetanei per sensibilizzarli sugli argomenti trattati. Riportiamo le dediche che si possono leggere sulla parete esterna della cascina: a Rita Atria “perché la prima mafia da sconfiggere è quella dentro ognuno di noi”; ad Antonio Landieri “ricordando sempre che narrare è resistere”. Un commento da parte dei ragazzi: “Penso che portarci in un luogo che ha avuto a che fare concretamente con la mafia sia un ottimo esempio, in quanto si impara vedendo e vivendo i fatti; trovo che sia stata un'idea costruttiva e creativa farci svolgere attività di gruppo all'aperto perché ci ha fatto immedesimare nelle vittime e ho capito che cos'hanno provato.”

Cascina Arzilla
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