Visita alla scoperta della casa e della vita di Silvio Pellico per i ragazzi delle classi 5^A e 5^B indirizzo elettrotecnica del “Denina-Pellico-Rivoira”, accompagnati dagli insegnanti Patrizia Isnardi e Massimo Peirone. Il patriota, scrittore e poeta nacque a Saluzzo nel 1789, in una residenza di origine rinascimentale in piazzetta dei Mondagli, poi tornò più volte nella cittadina, dopo l’esperienza del carcere allo Spielberg, in Moravia, dove passò 8 anni a causa della sua partecipazione ai moti del 1820-21. Il suo legame affettivo con Saluzzo ha determinato la scelta della sorella di affidare i cimeli pellichiani al Comune. Al piano nobile dell’edificio possiamo osservare dei porta-penna, un sigillo, i portamonete, un’agendina, gli occhiali con la custodia di legno, la pallina rubata e poi restituita, una pagina scritta di suo pugno durante la prigionia, riproduzioni di frontespizi delle opere in tutte le lingue e altro. Una sua frase riprodotta su pannello: “Quanto alla gloria umana, discerno che poco significa. Sia o non sia celebre il mio nome, che importa? Tutte le lodi che mi danno non impediscono che infiniti uomini oscuri non possano essere migliori di me”. Un grazie a Brigitta Zunino, responsabile dei Servizi Educativi della Città di Saluzzo, e ad Angela, guida competente e coinvolgente.
Nelle foto: le classi partecipanti, il quadro che rappresenta l’arresto del patriota, una frase che rivela la sua umiltà, il busto realizzato dall’Istituto d’Arte e consegnato in copia alla cittadina chiamata Silvio Pellico in Argentina.