Porgi una mano, qualcuno ha bisogno di te al Denina Pellico Rivoira
Si sono conclusi per gli studenti delle quinte dell’Istituto Denina Pellico Rivoira gli incontri dal titolo Porgi una mano, qualcuno ha bisogno di te, previsti nell’ambito del percorso di educazione alla salute promosso dall’ASL CN1. “Questo progetto, proposto alle Scuole di tutto il territorio da più di dieci anni, ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani alla cultura della donazione di sangue, midollo e organi” - commenta Valentina Fida, l’educatrice professionale del Centro Servizi per il Volontariato che coordina il progetto - “Attraverso un gesto personale così piccolo si genera un bene immenso per la vita di tante persone che, grazie ad esso, possono cominciare a sperimentare una qualità della vita completamente diversa e a sperare nella guarigione da patologie non risolvibili diversamente”.
Gli studenti, incontrando la dottoressa Silvia Tavera, ematologa, responsabile del servizio trasfusionale ASL CN1 territorio Savigliano, Fossano e Saluzzo, il collega Dr. Guido Strani e i volontari delle associazioni di donatori, hanno potuto conoscere gli aspetti giuridici, medici, etici della donazione e incontrare persone che hanno vissuto l’esperienza di donare o ricevere. Mario Palmero, Angelo Carmelo Caponnetto, volontari donatori AVIS di Saluzzo, e Livio Delfiore, di ADAS - FIDAS Saluzzo, hanno raccontato di come si arrivi alla donazione: passaparola, esperienze di familiari già donatori o malati: “Tutti possiamo averne bisogno, ma il sangue non si può produrre, esiste nelle banche del sangue solo perché qualcuno ha donato”. Il sig. Caponnetto ha condiviso con i ragazzi la sua esperienza, che si concluderà tra poco con il compimento del settantesimo anno di età: molto toccante il suo appello a prendere il suo posto di donatore. Anche Bruno Vottero, dell’Associazione AIDO di Bagnolo, ha raccontato la sua esperienza: due volte ha ricevuto in dono un rene e quindi la possibilità di vivere. Durante l’incontro si è dato spazio anche al tema della donazione di midollo: Martina Rostagno, che ha svolto il servizio civile in ADMO, e i volontari Milena Bernardi e Giovanni Disdero hanno cercato di rispondere alle domande degli studenti dalle quali trapelano ancora scarsa conoscenza e paura: la più diffusa è quella che per il prelievo si rischi la paralisi, confondendo il prelievo di midollo osseo con quello spinale e ignorando le modalità effettivamente utilizzate. Ecco alcuni commenti raccolti tra gli studenti della 5A SC: “E’ stato interessante capire quanto, grazie ad un nostro piccolo gesto, possiamo salvare la vita a qualcuno. Ho già fatto in precedenza una donazione di sangue e ho già dato l’approvazione per la donazione dei miei organi”. “I relatori mi hanno fatto percepire la solidarietà contenuta in questi gesti. Secondo me fanno bene a venire a scuola a parlare ai giovani. L’incontro ci ha tolto molti dubbi. Io darò la mia disponibilità per quanto riguarda la donazione del midollo osseo”. “Si è parlato di argomenti a cui molte volte non si dà troppo peso. Mi sono resa conto che ognuno di noi può nel suo piccolo essere d’aiuto per un’altra persona; i relatori mi hanno trasmesso la voglia di aiutare gli altri donando. In particolar modo mi ha interessato la donazione del sangue”. Una scelta di coscienza civica e generosità alla portata di ognuno.